Decarbonizzazione degli edifici. A che punto siamo?

L’edilizia contribuisce per circa il 40% all’emissione globale di CO2, attingendo ancora per l’80% a fonti di energia fossile. Se l’ambiente costruito non raggiunge l’obiettivo della Neutralità Carbonica entro il 2050, sarà dunque difficile mantenere il nostro Pianeta al di sotto dell’aumento della temperatura di 1,5 gradi celsius.

L’ultimo rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC) afferma che il settore edile non ha imboccato la sperata accelerazione verso la decarbonizzazione degli edifici, seppure trainato da un significativo aumento degli investimenti, sia nell’efficientamento energetico che nella riduzione dell’intensità delle emissioni (scesa da 43 a 40 punti tra il 2015 e il 2021).

A detta di tanti scienziati, l’Accordo di Parigi sarebbe già sfumato, ma il vicepresidente Mark Howden del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) afferma: “La soluzione non è cambiare obiettivo. Non possiamo permetterci di abbandonarlo o di vanificare quelle che sono state tutte le azioni virtuose fatte finora.”

Quali sono i principali ostacoli al processo di decarbonizzazione degli edifici e quali i fronti su cui bisogna agire per accelerare la riduzione delle emissioni?

OstacoliSoluzioni
La continua crescita della superficie degli edifici lorda globale, che tra il 2015 e il 2021, ha superato i risultati positivi di efficientamento e riduzione dell’intensità energetica.Proporre nuovi sviluppi urbani che incentivino gli spostamenti a piedi, in bicicletta, con il trasporto pubblico, con i vari servizi di mezzi in sharing o con mezzi elettrici e a basse emissioni.
Gli investimenti nelle energie rinnovabili, sono ancora insufficienti a coprire l’intero attuale fabbisogno energetico dell’industria edile e non equiparabili a quelli ancora destinati all’energia fossile.Progettare gli edifici con un’efficienza energetica a basse emissioni. Ridurre la quantità di energia che l’edificio utilizza per il riscaldamento, il condizionamento estivo, la produzione di acqua calda sanitaria, l’aerazione, l’illuminazione, l’elettricità, etc.

Le emissioni di carbonio incorporate gravano a vita sull’edificio perché dipendono dalla scelta dei materiali e dai processi di costruzione. A differenza delle emissioni di carbonio operative, non possono essere ridotte nel tempo grazie agli aggiornamenti energetici degli edifici e/o all’uso di energia rinnovabile.Valutare il ciclo di vita degli edifici per ridurre le emissioni di carbonio generate da tutto il progetto edilizio: dalla produzione e trasporto dei materiali edili, alla costruzione dell’edificio, alla sua demolizione eventuale a fine ciclo di vita

Il ruolo del carbonio incorporato

Per ridurre il carbonio incorporato e riuscire a raggiungere l’obiettivo zero emissioni, è necessario che in edilizia si adottino soluzioni concrete, tra cui ad esempio:

  • Riutilizzare gli edifici invece di costruirne di nuovi permette di risparmiare emissioni di carbonio tra il 50% e il 75%;
  • Utilizzare calcestruzzo a basse emissioni di carbonio;
  • Limitare l’uso di materiale altamente inquinante;
  • Scegliere prodotti per l’edilizia certificati a basso impatto ambientale;            
  • Utilizzare materiali che assorbono il carbonio, come legno;
  • Riutilizzare i materiali dove possibile;
  • Utilizzare materiali con un elevato contenuto di materiale riciclato;
  • Massimizzare l’efficienza strutturale;
  • Utilizzare meno materiali di finitura;
  • Minimizzare gli sprechi.

Greenwich non solo offre supporto tecnico e specialistico per l’ottenimento delle certificazioni ambientali degli edifici (LEED, BREEAM e WELL e altre) ma risponde alle esigenze del Real Estate con consulenza strategiche in ambito ESG, GRESB, EU e CREEM.

ln particolare il CRREM (Carbon Risk Real Estate Monitor), è uno strumento ideato dall’Unione Europea per accelerare la decarbonizzazione del settore immobiliare e per aumentare la sua resilienza, dal punto di vista energetico e del valore commerciale.